TECNICHE DI STAMPA

Tecniche di stampa

Serigrafia

Il termine serigrafia deriva dal latino seri, ossia seta, materiale originario con cui veniva realizzata la matrice. La serigrafia è una delle tecniche di stampa più antiche, risalente alla Dinastia cinese Song (960-1279 d.c.), poi diffusa in Giappone e infine, in epoca moderna, anche in Europa dove fece la sua comparsa solo nel Settecento con l’espansione del commercio della seta. 

Dal 1895, a Lione in Francia, la serigrafia fu impiegata per stampare tessuti, da qui il nome Stampa alla Lionese 

Il 1910, è considerato l’anno di nascita della serigrafia moderna, quando iniziano ad applicarsi le scoperte sui componenti fotosensibili utili a veicolare il passaggio degli inchiostri sulla matrice. 
La serigrafia è una tecnica di stampa in piano, come la litografia, basata sull’impermeabilizzazione di alcune aree della matrice di finissimo tessuto, oggi di moderno nylon, teso su un telaio di metallo o legno.

Nel telaio, trattato con sostanze fotosensibili, viene posta una pellicola trasparente di acetato dove è stato realizzato, in positivo, il disegno da stampare. 
Successivamente, l’esposizione ad una forte fonte di luce, indurisce le parti lasciate scoperte nel foglio di acetato, bloccando così il successivo passaggio di inchiostro in fase di stampa. Dove non arriva la luce, invece, perché schermata dal disegno, la sostanza fotosensibile rimane allo stato naturale, per cui, dopo l’esposizione, viene tolta con un forte getto d’acqua, che lascerà scoperte le parti in cui dovrà passare l’inchiostro di stampa.
Asciugata la matrice, il telaio viene posto a registro su una macchina serigrafica (automatica, semi-automatica o manuale) e ricoperto di colore con una spatola di gomma. Esercitando la giusta pressione sulla matrice, l’inchiostro passa attraverso le trame del tessuto sulla carta sottostante il telaio. 
L’inchiostro deve essere diluito con un apposito diluente ed eventualmente, miscelato con sostanze catalizzatrici per stampe su vetro o ceramica. 
Dopo la stampa, il telaio viene lavato per il riuso. 
Si possono realizzare serigrafie a più colori, ma ognuno necessita di una matrice apposita.

Non ci sono dubbi che il risultato finale ottenuto attraverso questa tecnica, oltre che arricchire la policromia del disegno, ne esalta il valore artistico.

La raffinata tecnica non di facile esecuzione, i tempi di lavorazione più lunghi e minuziosi, le quantità di colore e di materia riportati sul foglio, costituiscono gli elementi caratterizzanti di questo processo di stampa che trova sempre più consensi ed apprezzamenti, anche tra coloro che amano la pittura attraverso tecniche e modelli non legati alla ripetitività.

Xilografia

La xilografia, parola composta che dal greco indica legno e scrittura, è una tecnica d’incisione tra le più antiche e di semplici principi, per cui le parti da inchiostrare della matrice lignea, sono quelle in rilievo.
L’incisione della matrice, viene eseguita con diversi attrezzi, bulini e sgorbie di varie dimensioni e tipologie, utilizzati per tutte le tecniche di incisione in cavo.
Per il fatto di utilizzare il segno in rilievo, la xilografia tratta contemporaneamente testo e immagine nella stessa matrice di legno. La matrice viene poi inchiostrata e successivamente tramite un torchio, utilizzata nella produzione di stampa.

Xilografia de La Grande Passione di Albrecht Dürer, realizzata tra il 1497 e il 1510.

Essendo il legno un materiale malleabile, la tecnica della xilografia non presenta particolari difficoltà di esecuzione, tuttavia la principale carenza è costituita dall’estrema fragilità della matrice che permette tirature molto limitate. Per aumentare la consistenza della lastra, si usano legni molto duri, tagliati in modo perpendicolare rispetto alle venatura e soprattutto, stagionati e asciutti.

La xilografia si può  eseguire su qualsiasi supporto, che abbia le caratteristiche idonee a recepire la stampa con inchiostro. Generalmente si usa la carta o anche la stoffa, ma e il risultato è diverso a seconda del tipo di supporto.
In alternativa alla matrice di legno, oggi si usano fogli di linoleum (linoleografia), un materiale  facile da reperire e soprattutto più facile da lavorare, perché privo di venature. 

Serigrafia e xilografia

Acquaforte

L’acquaforte è una tecnica di stampa. Si prepara una matrice e da questa si possono ottenere diverse copie. La differenza rispetto alle altre tecniche di stampa sta nella preparazione e nell’uso della matrice.

Il procedimento per ottenere una stampa con questa tecnica è il seguente.
Si prende una lastra di zinco o di rame, perfettamente levigata.
Si pulisce da eventuali residui di grassi.
Quindi, si copre con una vernice grassa o cera per acquaforte.
Quando è asciutta, si esegue il disegno con delle punte dure (acciaio) più o meno grosse, intaccando la vernice.

Si proteggono le rimanenti parti scoperte ( margini e la parte posteriore), con una vernice inattaccabile dagli acidi.
Alla fine si inizia la fase della morsura, immergendo la lastra in acido nitrico (anticamente chiamato acquaforte) o il percloruro di ferro. L’acido nitrico è di gran lunga più indicato per la lavorazione su lastre di zinco e non è tanto consigliato per altre lastre, a meno che non si voglia ottenere appositamente certi effetti. Il percloruro viene consigliato soprattutto per le lastre di rame e di ottone.
L’acido corrode, il metallo solo nelle zone in cui manca la vernice, mentre il resto della lastra rimane intatto. Questa fase può essere eseguita anche a più riprese, scoprendo man mano le parti da incidere, in modo da ottenere solchi più o meno profondi.

Si rimuove quindi la vernice rimasta sulla lastra con acquaragia. Si procede quindi all’inchiostratura e si prosegue pulendo la lastra. In questo modo, si rimuove l’inchiostro superficiale, ma non quello depositato negli incavi ottenuti dalla corrosione dell’acido.
Tramite un torchio si pressa la lastra sulla carta, ottenendo così la stampa.

Acquatinta

L’acquatinta è un altra tecnica di riproduzione e stampa. E’ caratterizzata da effetti di una minuta puntinatura della superficie che consente di ottenere effetti di dispersione d’inchiostro.

Questa tecnica è una variante dell’acquaforte, ma più complessa. I segni sono meno nitidi rispetto a quest’ultima e si ottengono effetti simili all’acquerello. L’effetto della minuta puntinatura della superficie, si ottiene in diversi modi.
Uno dei metodi per ottenere questo effetto è quello di cospargere in modo uniforme la lastra con polvere di bitume e riscaldarla per farla cristallizzare.
La lastra, viene poi protetta con vernice antiacido nella parte posteriore, ai lati e nelle parti che si vogliono bianche. L’acido entra in tutti gli interstizi dei vari granelli arrivando ad aggredire il metallo in maniera del tutto particolare e producendo in essa una superficie spugnosa.
Con tale sistema si ottengono, in fase di stampa, effetti vellutati e una serie di toni sfumati.
La lastra viene quindi lavata.
Si esegue quindi il disegno e si mascherano con una vernice le parti che si vogliono lasciare più chiare.

Il resto del procedimento dell’acquatinta è uguale a quello dell’acquaforte.

Giclèe

La tecnica di stampa giclée è una riproduzione individuale ad alta definizione, stampata su macchinari professionali di grande formato a getto di inchiostro. Questo termine francese significa letteralmente “spruzzare”. La qualità di stampa del Giclée è superiore sotto vari aspetti alla litografia tradizionale, al alugenuro d’argento o alla stampa offset. La stampa di Giclée utilizza otto colori differenti a differenza di appena quattro colori impiegati nella stampa offset. I colori sono così più luminosi e insieme alla miscela ad alta definizione ottengono una tonalità continua. La gamma di colori per le illustrazioni in Giclée è inoltre nettamente differente da quella della litografia. I particolari delle immagini sono più accattivanti, colorati con toni più vivaci e più vibranti. I colori riprodotti sono più luminosi, duraturi e ad alta definizione.

La tecnica di stampa giclée è stata sviluppata originariamente come un sistema d’impermeabilità per la stampa litografica commerciale, introdotto a metà degli anni 80, ma successivamente è stato riscontrato che la stampa litografica tradizionale non riesce a riprodurre la qualità e i colori della stampa giclée. Grazie alla loro qualità, le riproduzioni in con questa tecnica si sono affermate tra i nuovi tesori del mondo dell’arte, desiderate da collezionisti per la loro fedeltà e qualità, e spesso esposte in mostra nei musei e nelle gallerie d’arte.

La stampa Giclée ha cambiato radicalmente il processo della riproduzione di opere d’arte, duplicandole in modalità digitale. Consapevole che gli artisti ed i collezionisti d’arte pongono molta attenzione alla conservazione delle opere artistiche, la stampa Giclée ha risposto adeguatamente al problema, grazie ai suoi inchiostri a pigmenti ed ai suoi supporti di alta qualità, non si altera. La stabilità di stampa Giclée è sinonimo di permanenza.